6 giugno 2021

Il Parco Nazionale del Serengeti in Tanzania

 

Il Parco Nazionale del Serengeti (pianura sconfinata, nella lingua del popolo Masai), esteso ben 14.763 km², si trova nel nord della Tanzania al confine con il Kenya. Dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1981, è una delle più preziose aree naturali protette di tutta l’Africa orientale, visitata ogni anno da migliaia di appassionati esploratori, innamorati di questi paesaggi primordiali popolati da migliaia di differenti specie animali. In queste vaste pianure di savana ogni anno, durante la stagione delle piogge ha luogo il più grande movimento migratorio di animali selvatici al mondo. Enormi mandrie di gnu, zebre e gazzelle si spostano all’unisono alla ricerca di pascoli dall’erba fresca e fonti di acqua, dando vita a quello che è conosciuta come la Grande Migrazione del Serengeti, uno degli eventi naturali più straordinari al mondo. (Foto: Noel Feans /flicker.com)

Una storia lunga milioni di anni



L’ecosistema del Serengeti è considerato uno dei più antichi al modo. Infatti, nel corso di milioni di anni le condizioni climatiche, l’enorme biodiversità di flora e fauna sembrerebbe siano rimaste abbastanza stabili, una testimonianza vivente di quella che viene considerata la Culla dell’Umanità. Grazie ai ritrovamenti paleontologici nel famoso sito archeologico di Olduvai, la presenza dei primi ominidi nell’area viene attestata già circa 1,5 milioni di anni fa e in particolare gli Australopithecus boisei, abitanti della savana e delle boscaglie. (Foto: Richard Toller /flicker.com) 


In tempi moderni, quando vi giunsero i colonizzatori tedeschi la pianura del Serengeti era prevalentemente abitata da una popolazione di allevatori semi-nomadi: i Masai. L’amministrazione coloniale tedesca, nel 1929, istituì una riserva di caccia nel primo nucleo del parco (2.286 km²), ma sarà l’amministrazione inglese, subentrata in seguito alla nascita dello Stato del Tanganika, a farne un Parco Nazionale nel 1951 e a perseguire il bracconaggio in quella che era divenuta ormai un’area naturalistica protetta. Dopo il raggiungimento dell'indipendenza e l’istituzione della repubblica di Tanzania, l'amministrazione del parco fu affidata al TANAPA (Tanzanian National Parks), una società parastatale che si occupa della gestione dei 22 parchi nazionali presenti in Tanzania. Nel 1981, l'UNESCO ha dichiarato il Parco Nazionale del Serengeti Patrimonio dell'Umanità.


In questo video YouTube del canale Sergi Martínez Miró si può facilmente apprezzare la bellezza e il fascino dei luoghi incontaminati più visitati della Tanzania, compresa la meravigliosa e famosa Zanzibar





La pianura sconfinata


Il Parco Nazionale del Serengeti è caratterizzato da due tipologie pedoclimatiche differenti. Nella parte meridionale, più secca e arida, troviamo ampie praterie brulle dove svettano piccole collinette rocciose (kopjes), affiorate in seguito all’erosione causata dagli agenti atmosferici e circondate da radi insiemi di cespugli e alberi. Nella zona settentrionale, invece, grazie ad una maggiore piovosità, la savana è caratterizzata da foreste, zone di savana alberata, con piccoli boschetti di acacie, corsi d’acqua e stagni permanenti.




Il Parco  del Serengeti occupa poco più della metà del territorio di questo vasto ecosistema (14.763 kmq) ed è famoso per la sua straordinaria ricchezza faunistica: gnu, zebre, gazzelle di Thompson, impala, leoni, ghepardi, leopardi, elefanti, giraffe, struzzi, nonché coccodrilli e ippopotami che popolano i corsi d’acqua permanenti, oltre 400 specie di uccelli, e molte altre specie di mammiferi come scimmie, genette, antilopi, iene, licaoni, rinoceronti, bufali. Un intero universo animale ineguagliabile, costantemente protetto dalle guardie del parco contro la maggiore piaga del Serengeti: il bracconaggio. (Foto: Jorge Cancela /flicker.com


Nell’altipiano del Serengeti il clima tropicale presenta due differenti periodi piovosi: quello delle grandi piogge, da aprile a giugno, e quello delle piccole piogge, da ottobre a dicembre. Questa alternanza determina il costante stato di migrazione che spinge enormi mandrie di gnu, zebre e gazzelle alla ricerca di pascoli dall’erba fresca e fonti di acqua, da sud al nord nel periodo delle grandi piogge e viceversa da nord a sud durante il periodo delle piccole piogge. 


L’istinto di mettersi in viaggio prevale su altri impulsi più “conservativi”. Oltre alla grande fatica e al dispendio di forze ed energie per la lunghezza dei percorsi, la Grande Migrazione sottopone questi mammiferi al pericolo di imbattersi nei grossi predatori che immancabilmente seguono le mandrie. Oltre un milione di gnu e circa 200.000 zebre si muovono all'unisono, e nessun fiume infestato da coccodrilli, nessuna zona arida, gola o dirupo potrà fermarli.


Con questo video YouTube del canale Expert Africa è possibile farsi una idea di questo incomparabile fenomeno naturale




Ad eccezione delle strutture del personale TANAPA, quelle del Frankfurt Zoological Society,  un'organizzazione internazionale per la conservazione della natura, e alcune strutture ricettive turistiche, all’interno del Parco del Serengeti non sono ammessi altri insediamenti umani. Fra le strutture ricettive del parco ci sono quattro lodge: il Seronera Wildlife Lodge, il Lobo Wildlife Lodge, e i più recenti Seregenti Sopa Lodge e Serengeti Serena Lodge. Tutti e quattro sono posizionati in su piccole colline che dominano la pianura e progettati in modo da garantire un impatto ambientale ed estetico relativamente ridotto. Alcune strutture ricettive, inoltre, organizzano emozionanti ed indimenticabili escursioni in mongolfiera.


In questo
video YouTube del canale BlackGrousePhotography le immagini di un affascinante safari nel Parco Nazionale del Serengeti 







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