Il Parco Nazionale di Tikal, situato nel dipartimento di Petén in Guatemala e proclamato nel 1979 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, deve la sua importanza sia al suo enorme valore naturalistico che alla presenza delle rovine di una antica città Maya immersa nella foresta e da cui prende il nome. Tikal era una delle più grandi città Maya e oggi una popolare meta turistica guatemalteca. Palazzi, monumenti piramidali, piattaforme cerimoniali, piazze di piccole e grandi dimensioni, strade, campi da gioco per la pelota e sofisticati sistemi idrici di convogliamento e raccolta delle acque piovane immergono il visitatore in quell’antica civiltà oggi scomparsa, ma le cui vestigia sono ancora potentemente visibili tra lo stridore dei suoni di una foresta lussureggiante animata da centinaia di differenti specie animali. (Foto: Towle N/flickr.com)
Tikal, la potente città stato dei Maya
Le rovine di Tikal furono scoperte
casualmente da un frate francescano alla fine del XVII secolo (1696), durante
una delle sue missioni di evangelizzazione. Tuttavia, la scoperta ufficiale del sito avvenne solo nel 1848
quando le fu attribuito il nome di Tikal (il luogo delle voci). Anticamente,
invece, si ritiene la città venisse chiamata Yax Mutul da alcune iscrizioni
ritrovate dagli archeologi nel sito e appellativo che dovrebbe denotare il primato della
città Maya su altre città rivali. (Foto: amslerPIX/flickr.com)
Tikal, infatti, i cui primi
insediamenti si fanno risalire all’VIII secolo a. C., divenne una delle più
potenti città-stato Maya. Dominò per molti secoli buona parte del territorio di
Petén grazie ad una florida agricoltura intensiva e al controllo che esercitava
sulle principali vie del commercio. Inoltre, Tikal era un importante centro
religioso e vantava importanti alleanze con le città delle “terre alte”. La sua
estensione, durante il periodo di massimo splendore (VI sec. d.C., Periodo
Classico Maya), era veramente impressionante. Calcolando sia la zona coltivata
che gli insediamenti satelliti, vantava un’ampiezza di ben 120 km² con una
densità abitativa di circa 200 abitanti per km². Per una prima ispirazione, vi
propongo questo bel video del Canale YouTube Devin Super Tramp
Al centro di Tikal si trovava l’area
monumentale estesa 16 km², in cui risiedeva la classe dominante che deteneva il
potere politico e religioso, mentre nelle sue periferie si trovavano numerosi
villaggi satellite distinti per corporazioni: artigiani, guerrieri, agricoltori
e commercianti. Una società saldamente strutturata. Non essendovi fiumi sul
territorio di insediamento, la popolazione raccoglieva e utilizzava l’acqua
piovana. Il pavimento della piazza principale, ad esempio, presentava una
inclinazione tale da consentire all’acqua di scorrere verso un’area
precisa, fino a raccogliersi in una enorme cisterna impermeabilizzata con argille
e limo.
Nel X secolo d.C. Tikal, per cause non del tutto chiarite, dopo un declino inesorabile venne del tutto abbandonata. Alcuni studiosi ritengono che il crollo della città-stato sia da attribuire alle guerre intraprese e alla conseguente scarsezza di risorse che ne conseguì. In ogni caso, avvenne secoli prima della colonizzazione spagnola. Ecco, invece, nel video del canale YouTube di Michael Grobman, la notevole collezione di reperti Maya trovati durante gli scavi archeologici di Tikal, avviati nel 1956 e raccolti nel Museo Sylvanus G. Morley.
Il Parco Nazionale di Tikal, tra natura e cultura
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