Chi sono


Se la mia esistenza avesse avuto un corso differente, sarei stata una infaticabile e appassionata viaggiatrice, una cittadina del mondo, di tutto il mondo indistintamente. Ma non è accaduto. Come non accade alla maggior parte di noi che vagamente l'hanno fantasticato. E ora che tanta vita è passata sotto i ponti, anche volendo, ho la consapevolezza che mai vedrò tutte le meraviglie del mondo. A dire il vero tutta una vita non basterebbe, sono talmente tante, e il nostro mondo è talmente grande e complesso e antico e sconsiderato e spesso inconsapevole di cosa si può celare oltre l'ombra della nostra ignoranza.


Eppure gli esseri viventi, dalla notte dei tempi, hanno fatto del viaggio la loro prima garanzia di salvezza. Una ricerca che ancora oggi non si arresta, in tutte le sue forme di migrazione. Il viaggio per diletto è una invenzione recentissima e tutta umana. Evidentemente, i nostri progenitori non viaggiarono per un tour iniziatico. Conquistata la posizione eretta, poterono fissare a lungo l'orizzonte e chiedersi cosa c'era oltre e se mai ci sarebbe stato qualcosa di meglio, soprattutto quando le risorse non erano più in equilibrio nella comunità. Irredimibile inquietudine, grazia e disgrazia della nostra stirpe di umani.


Dunque, i nostri genitori ancestrali venivano dalla profonda Africa, oggi così tanto bistrattata, umiliata e svilita e naturalmente sfruttata. Il Sapiens Sapiens nasce africano, che ci piaccia o meno, e nei millenni ha dato vita a innumerevoli civiltà sparpagliate per tutti i continenti e i cui elementi di diversità non riescono in alcun modo a spezzare il fil rouge che tutte le accomuna. Il viaggio consapevole riduce paradossalmente il mondo e lo amplifica in una armonia di forme e invenzioni che "incomprensibilmente" per alcuni tratti e analogie si richiamano continuamente.


Ma la domanda che mi continuo a porre è sempre la stessa: e la nostra civiltà cosa sta facendo di migliore? A quali meraviglie sta dando lunga vita? Il lockdown per il Covid19 ci ha tristemente dimostrato di quanto la natura si avvantaggi della nostra assenza. Un dolore profondo anche solo lontanamente concepire questa idea: sgraditi e tossici per il nostro pianeta, ospiti indesiderati. Tristezza senza precedenti. Abbiamo viaggiato fin sulla luna, e ancora voliamo a velocità stratosferiche tra i continenti, abbiamo creato un sorprendente sistema di comunicazione e scambio di informazioni e contatti a livello globale, una sanità capace di fare fronte a innumerevoli malattie perniciose, opere di letteratura, cinema e musica meravigliose.  Ma cosa resterà di questo, quali tracce resisteranno quando, inevitabilmente, la nostra civiltà scomparirà?


Continuerò a viaggiare tra le meraviglie del mondo, anche se in modo virtuale e vicariato da veri viaggiatori. Vi invito comunque a partecipare a questa scoperta, a questo "improbabile" Diario di Viaggi Mai Fatti, la gioia risiede soprattutto nel sapere che le meraviglie di cui narro esistono e possiamo godercele anche a distanza. Vale sempre la pena di documentarsi e scoprirle, la conoscenza, in qualunque forma ci giunga, allarga la mente in ogni caso. In più chi può sapere se un giorno non saremo nelle condizioni materiali di goderne veramente qualcuna di presenza! Con il sincero auspicio che la bellezza nel mondo e nella natura tutta ci diano forza, coraggio e speranza.


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