1 settembre 2020

Il Taj Mahal in India, testimonianza di un amore eterno

Il Taj Mahal è uno dei mausolei più belli e imponenti della raffinata arte musulmana. Situato nella città di Agra, nell’India settentrionale, antica capitale dell'Impero Moghul tra il XVI e il XVIII secolo, il Taj Mahal è un edificio a carattere sepolcrale fatto costruire dall’imperatore indiano Shah Jahan. L’imperatore, per onorare sua moglie, della quale la tradizione narra essere stato innamoratissimo, volle edificare il più bello e grande monumento che potesse essere mai stato realizzato per una donna. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1983, questa meraviglia architettonica, conosciuta in tutto il modo e per certi versi simbolo stesso dell’India, ogni anno è meta di milioni di visitatori. Interamente rivestito di marmo bianco e circondato da un enorme giardino impreziosito da un sistema di canali che riflettono l’immagine del palazzo, il Taj Mahal è un complesso monumentale di grande grazia e armonia complessiva. Una stupefacente testimonianza storica della raffinatissima arte islamica, ricca di contaminazioni della tradizione persiana. (Foto: particlem /flickr.com)


La storia di un amore


I ritratti di Mumtaz Mahal and Shah Jahan

Il principe Khurram (1592-1666), futuro imperatore Moghul, incoronato nel 1628 con il nome di Shah Jahan, sposò la sua promessa sposa, Arjumand Banu (1593-1631), figlia di nobili persiani nel maggio del 1612, data scelta dagli astrologi di corte, nonostante gli fosse stata già promessa nel 1607. La giovinetta di 19 anni divenne così la sua seconda moglie, ma ben presto fu la favorita e il suo nome mutato in Mumtaz Maḥal (Luce del Palazzo, in antico persiano). Dotata di grande bellezza, riluceva di virtù morali e di un’appassionata compassione nei confronti dei poveri e dei derelitti del regno. Consigliera dell’imperatore, si narra che questi non firmasse editto se non vi fosse apposto anche il sigillo della sua amata moglie. (Foto: Nathan Hughes Hamilton/flickr.com)


Mumtaz Maḥal finì per avere un forte ascendente sul marito e secondo le cronache del tempo pare abbia spinto il consorte ad esercitare nei confronti dei sudditi esiliati tolleranza e magnanimità. Durante il regno di Shah Jahan, quinto imperatore Moghul, prosperità e benessere, accoglienza e rispetto per gli stranieri e le altre religioni, caratterizzarono il suo governo. Inoltre, il suo periodo fu considerato l’Era d’Oro dell’architettura Moghul. I due sposi pare non si separassero mai, e la moglie con devozione seguiva l’imperatore nei suoi viaggi e nelle sue campagne militari. Fu proprio in una di queste occasioni che trovò la morte.


Per soffocare le rivolte del sud, nella regione del Deccan, Shah Jahan vi si spinse con il suo esercito. Mumtaz Maḥal, incinta del loro quattordicesimo figlio, a soli 38 anni, dandolo alla luce, morì. Era il 17 giugno del 1631. Le cronache imperiali narrano che in punto di morte la donna abbia chiesto al marito di tenere fede a ad alcune promesse, tra cui quella di costruire un monumento funerario in suo onore che fosse emblema della loro unione e del loro amore e di recarvisi ogni anno in occasione dell’anniversario della sua morte. L’imperatore si isolò per otto giorni durante i quali digiunò. Quando riapparve in pubblico il suo aspetto era profondamente mutato: i suoi capelli e la barba divennero grigi per il dolore e sembrò molto più anziano di quanto non fosse.


In questo video del canale YouTube Questar Entertainment viene romanticamente ricostruita la storia dell’amore tra Shah Jahan e Mumtaz Maḥal (testi e sottotitoli in inglese). 



La costruzione del Taj Mahal, una bellezza cosmopolita


Sei mesi dopo la morte della moglie, nel 1632, Shah Jahan diede avvio alla costruzione di quello che avrebbe dovuto simboleggiare non solo l’eterno potere dell’amore, ma soprattutto il paradiso in terra dove avrebbe custodito le spoglie mortali della sua sposa, seppellita temporaneamente in una cripta poco distante dal luogo del cantiere. Da quel momento, niente altro interessò l’imperatore che trascurò, per seguire quest’opera, anche l’amministrazione dell’impero. 



Fu scelto di fare sorgere il mausoleo sulle sponde del fiume Yamuna, ad Agra, e dovendo resistere all’azione destabilizzante delle acque, in primo luogo fu dotato di un basamento interrato costituito da colonne unite da solidi archi, una vera montagna di pietra. Shah Jahan si ispirò agli antichi mausolei dei suoi predecessori e da ognuno di essi trasse un elemento costruttivo.  Ad Agra vennero convogliate enormi risorse da ogni parte del paese e oltre: oro, pietre preziose e semipreziose (cristallo, giada, lapislazzuli, turchese), coralli, conchiglie, madreperla, il pregiato marmo del Rajasthan, trasportato da migliaia di elefanti per 400 Km, e soprattutto viveri per nutrire le 20 mila persone impegnate nel progetto.(Foto: sergio rey/ flickr.com )


Il capo progettista di questa opera colossale fu Ustad Ahmad Lahori, già al servizio della corte dell’imperatore. Ma Shah Jahan si avvalse anche della collaborazione di artisti ed artigiani provenienti da ogni parte dell’Asia e come vedremo anche dell’Europa. Dal Pakistan fu richiamato un artigiano esperto nella modellazione dell’oro, la realizzazione dei mosaici fu affidata ad artigiani di Delhi, un esperto calligrafo proveniente dall’Iran si occupò delle trascrizioni in perfetta grafia araba che decorano le pareti, mentre dalla Persia giunsero gli artigiani che diedero vita al singolare stile indo-persiano che caratterizza il Taj Mahal. Inoltre, tutte le decorazioni sono state realizzate tramite l’accostamento pietre preziose e semipreziose incastonate nel marmo bianco per dare vita, prevalentemente, a motivi floreali, secondo una tecnica del rinascimento fiorentino, nota come "pietra dura".


Godiamoci ora questa bella animazione in 3D del Taj Mahal fatta dal canale YouTube framecoms



La costruzione del mausoleo fu completata intorno al 1638–39, mentre gli edifici adiacenti furono terminati nel 1643 e i lavori di decorazione continuarono almeno fino al 1647. In totale, la costruzione del complesso di 17 ettari durò 22 anni. Tuttavia, poco alla volta il regno di Shah Jahn si avviò verso un impietoso declino. Nel 1658 l’imperatore fu deposto da uno dei figli che aveva avuto con la sua diletta moglie e successivamente imprigionato nel palazzo imperiale, il Red Fort. L’unico suo conforto restò la vista che poteva godere dalla finestra della propria prigione: il Taj Mahal. Morì nel 1666 all’età di 74 anni e fu seppellito accanto alla vera tomba della moglie collocata nei sotterranei del mausoleo.


In questo video, girato all’interno del Red Fort, del Canale YouTube csgraju07, ci si può fare un’idea della vista del Taj Mahal che il deposto imperatore poteva ammirare dalle finestre della sua prigione.  



Il Taj Mahal è un cenotafio, un monumento sepolcrale privo dei resti mortali della persona per la quale fu costruito. I due coniugi riposano indisturbati nei sotterranei al disotto della stanza centrale adibita a sepolcro in cui si trovano le due tombe vuote. Nei due secoli successivi alla morte dell’imperatore, con il declino del potere Mughal, il mausoleo restò in balia dell’abbandono e della rovina.


 Sarà verso la fine del XIX secolo che il viceré britannico, Lord Curzon, diede avvio ad un imponente restauro del complesso. Mentre, durante la seconda guerra mondiale, ma ugualmente durante la guerra tra India e Pakistan (1965 – 1971), per preservare il monumento da possibili danneggiamenti, il Governo Indiano lo fece circondare da una imponente impalcatura.


Nel 1983 il Taj Mahal fu dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco. Video YouTube UNESCO 



Infine, nel 1998, la Corte Suprema indiana ha emanato delle specifiche misure volte a preservare il biancore del marmo che riveste il mausoleo dalla minaccia dell’inquinamento atmosferico, imponendo la chiusura delle fabbriche presenti nelle vicinanze, vietando la costruzione di altre e spostando tutto il traffico veicolare ad una distanza ritenuta di sicurezza.


Il Taj Mahal, la perfezione del paradiso




Il Taj Mahal si compone di cinque elementi principali: il grande portale d’ingresso, il giardino, il mausoleo con i suoi 4 minareti, la moschea e il Mihman Khana o jawāb (un edificio che rispecchia la moschea), questi ultimi due posti simmetricamente ai lati est ed ovest del mausoleo. Inoltre, sulle mura che dividono il complesso dall’esterno si trovano due portali secondari ed otto torri ottagonali.  Il lato settentrionale, invece, antistante il fiume, è libero. Tutto il complesso è stato concepito e realizzato come un’unica entità, secondo i principi della tradizionale edilizia Mughal, che non consentiva successive aggiunte o alterazioni. (Foto: Nathan Hughes Hamilton/flickr.com)


Il giardino è il cuore del complesso, concepito e realizzato per rappresentare il paradiso del Corano. L’intera superficie è divisa in quattro sezioni da due canali ortogonali che rappresentano i fiumi del paradiso, mentre al centro del loro punto d’intersezione si trova una piscina che raffigura simbolicamente la fonte celeste dove i fedeli spengono la sete una volta giunti in paradiso. Ognuna delle quattro sezioni del giardino è a sua volta suddivisa in ulteriori quattro parti da viali percorribili. Un modello che richiama gli 8 paradisi del Corano e che viene ripreso nella stanza ottagonale del mausoleo.


Con questo video del Canale You Tube Urban Gardening possiamo goderci la bellezza del giardino del Taj Mahal. 



Il mausoleo, collocato su un basamento quadrato alto 7 metri, è totalmente rivestito di pregiato marmo bianco capace di riflettere diverse tonalità di colore a seconda dell'intensità della luce solare o lunare. Presenta quattro facciate quasi identiche, ciascuna con un ampio ingresso e un maestoso arco centrale che svetta per un’altezza di 33 metri. L’imponente cupola centrale, che raggiunge un'altezza di 73 metri, è circondata da quattro cupole minori. Agli angoli del mausoleo ci sono gli eleganti minareti, alti più di 40 metri e posizionati in modo da delimitare l’intera struttura.


L'interno del mausoleo è organizzato attorno a una camera ottagonale in marmo ornata con intagli a bassorilievo e pietre semipreziose secondo la tecnica del rinascimento fiorentino detta “pietra dura”. In questa sala centrale si trovano i cenotafi di Mumtaz Mahal e Shah Jahān. Questi falsi sarcofaghi sono circondati da griglie di marmo filigranato finemente lavorato. Sotto le tombe, a livello del giardino, giacciono le vere sepolture. Una pratica questa adottata nelle tombe imperiali Mughal.


Di fianco al mausoleo vicino ai bordi del giardino, rispettivamente a nord-ovest e nord-est, ci sono due edifici: la moschea e il Mihman Khana (casa degli ospiti). Quest’ultimo veniva utilizzato come foresteria per i visitatori durante le cerimonie in occasione degli anniversari della morte di Mumtaz Mahal. Gli edifici, sebbene simili nell'aspetto, sono in realtà leggermente diversi: la moschea è ottagonale mentre la Mihman Khana è rettangolare. Costruiti in arenaria rossa Sikri e sormontate da cupole in marmo bianco, contrastano sia nel colore che nella trama con il marmo bianco del mausoleo.


In questo bel video del Canale YouTube Amazing Places on Our Planet si può godere della meravigliosa atmosfera e bellezza del Taj Mahal. 



L’ingresso principale del complesso è costituito da una imponente costruzione, il Darwaza-i-rauza, la Grande Porta. In arenaria rossa si compone di un arco centrale che presenta ai margini pannelli in marmo bianco intarsiati con iscrizioni tratte dal Corano e disegni floreali. Una delle incisioni sulla porta invita i fedeli ad entrare in paradiso. L'arco principale è affiancato da due coppie di archi minori. A coronare le facciate settentrionale e meridionale della porta ci sono file corrispondenti di chhattri bianchi (elementi a padiglione coperti da una cupola), 11 su ciascuna facciata, accompagnate da sottili minareti ornamentali che si elevano per circa 30 metri. Ai quattro angoli della struttura ci sono torri a base ottagonale sormontate da chhattri più grandi.


Due fondamentali elementi decorativi si ripetono in tutto il complesso: la pietra dura e la calligrafia araba. Con la tecnica della pietra dura nel marmo vengono incastonate pietre preziose e semipreziose di vari colori, tra cui lapislazzuli, giada, cristallo, turchese e ametista, per formare eleganti composizioni floreali o semplici disegni geometrici. In totale si contano 28 diversi tipi di pietre incastonate nel marmo bianco come motivo decorativo dell’intera struttura. Mentre, sotto la direzione di un esperto calligrafo, Amānat Khan al-Shīrāzī, si trovano numerose inscrizioni dei versi del Corano. Inoltre, per garantire un aspetto uniforme dal punto di vista estetico, la scrittura aumenta di dimensioni in base alla sua altezza relativa e alla distanza dallo spettatore.


In questo video del Canale YouTube Honey Communication si possono ammirare gli interni del complesso e i raffinatissimi decori. 



Per uno spettacolare ed emozionante giro virtuale del Taj Mahal vi invito a visitare il sito del progetto AirPano e la sezione dedicata al Taj Mahal

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