Il Taj Mahal è uno dei mausolei più belli e imponenti della raffinata arte musulmana. Situato nella città di Agra, nell’India settentrionale, antica capitale dell'Impero Moghul tra il XVI e il XVIII secolo, il Taj Mahal è un edificio a carattere sepolcrale fatto costruire dall’imperatore indiano Shah Jahan. L’imperatore, per onorare sua moglie, della quale la tradizione narra essere stato innamoratissimo, volle edificare il più bello e grande monumento che potesse essere mai stato realizzato per una donna. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1983, questa meraviglia architettonica, conosciuta in tutto il modo e per certi versi simbolo stesso dell’India, ogni anno è meta di milioni di visitatori. Interamente rivestito di marmo bianco e circondato da un enorme giardino impreziosito da un sistema di canali che riflettono l’immagine del palazzo, il Taj Mahal è un complesso monumentale di grande grazia e armonia complessiva. Una stupefacente testimonianza storica della raffinatissima arte islamica, ricca di contaminazioni della tradizione persiana. (Foto: particlem /flickr.com)
La storia di un amore
Il principe Khurram (1592-1666), futuro imperatore Moghul, incoronato nel 1628 con il nome di Shah Jahan, sposò la sua promessa sposa, Arjumand Banu (1593-1631), figlia di nobili persiani nel maggio del 1612, data scelta dagli astrologi di corte, nonostante gli fosse stata già promessa nel 1607. La giovinetta di 19 anni divenne così la sua seconda moglie, ma ben presto fu la favorita e il suo nome mutato in Mumtaz Maḥal (Luce del Palazzo, in antico persiano). Dotata di grande bellezza, riluceva di virtù morali e di un’appassionata compassione nei confronti dei poveri e dei derelitti del regno. Consigliera dell’imperatore, si narra che questi non firmasse editto se non vi fosse apposto anche il sigillo della sua amata moglie. (Foto: Nathan Hughes Hamilton/flickr.com)
Mumtaz Maḥal finì per avere un
forte ascendente sul marito e secondo le cronache del tempo pare abbia spinto
il consorte ad esercitare nei confronti dei sudditi esiliati tolleranza e magnanimità.
Durante il regno di Shah Jahan, quinto imperatore Moghul, prosperità e
benessere, accoglienza e rispetto per gli stranieri e le altre religioni,
caratterizzarono il suo governo. Inoltre, il suo periodo fu considerato l’Era
d’Oro dell’architettura Moghul. I due sposi pare non si separassero mai, e la
moglie con devozione seguiva l’imperatore nei suoi viaggi e nelle sue
campagne militari. Fu proprio in una di queste occasioni che trovò la morte.
Per soffocare le rivolte del sud,
nella regione del Deccan, Shah Jahan vi si spinse con il suo esercito. Mumtaz
Maḥal, incinta del loro quattordicesimo figlio, a soli 38 anni, dandolo alla
luce, morì. Era il 17 giugno del 1631. Le cronache imperiali narrano che in
punto di morte la donna abbia chiesto al marito di tenere fede a ad alcune
promesse, tra cui quella di costruire un monumento funerario in suo onore che
fosse emblema della loro unione e del loro amore e di recarvisi ogni anno in
occasione dell’anniversario della sua morte. L’imperatore si isolò per otto
giorni durante i quali digiunò. Quando riapparve in pubblico il suo aspetto era
profondamente mutato: i suoi capelli e la barba divennero grigi per il dolore e
sembrò molto più anziano di quanto non fosse.
In questo video del canale YouTube
Questar Entertainment viene romanticamente ricostruita la storia dell’amore tra
Shah Jahan e Mumtaz Maḥal (testi e sottotitoli in inglese).
La costruzione del Taj Mahal, una bellezza cosmopolita
Sei mesi dopo la morte della moglie, nel 1632, Shah Jahan diede avvio alla costruzione di quello che avrebbe dovuto simboleggiare non solo l’eterno potere dell’amore, ma soprattutto il paradiso in terra dove avrebbe custodito le spoglie mortali della sua sposa, seppellita temporaneamente in una cripta poco distante dal luogo del cantiere. Da quel momento, niente altro interessò l’imperatore che trascurò, per seguire quest’opera, anche l’amministrazione dell’impero.
Fu scelto di fare sorgere il
mausoleo sulle sponde del fiume Yamuna, ad Agra, e dovendo resistere all’azione
destabilizzante delle acque, in primo luogo fu dotato di un basamento interrato
costituito da colonne unite da solidi archi, una vera montagna di pietra. Shah
Jahan si ispirò agli antichi mausolei dei suoi predecessori e da ognuno di essi
trasse un elemento costruttivo. Ad Agra
vennero convogliate enormi risorse da ogni parte del paese e oltre: oro, pietre
preziose e semipreziose (cristallo, giada, lapislazzuli, turchese), coralli,
conchiglie, madreperla, il pregiato marmo del Rajasthan, trasportato da
migliaia di elefanti per 400 Km, e soprattutto viveri per nutrire le 20 mila
persone impegnate nel progetto. (Foto: sergio rey/ flickr.com )
Il capo progettista di questa opera colossale fu Ustad Ahmad Lahori, già al servizio della corte dell’imperatore. Ma Shah Jahan si avvalse anche della collaborazione di artisti ed artigiani provenienti da ogni parte dell’Asia e come vedremo anche dell’Europa. Dal Pakistan fu richiamato un artigiano esperto nella modellazione dell’oro, la realizzazione dei mosaici fu affidata ad artigiani di Delhi, un esperto calligrafo proveniente dall’Iran si occupò delle trascrizioni in perfetta grafia araba che decorano le pareti, mentre dalla Persia giunsero gli artigiani che diedero vita al singolare stile indo-persiano che caratterizza il Taj Mahal. Inoltre, tutte le decorazioni sono state realizzate tramite l’accostamento pietre preziose e semipreziose incastonate nel marmo bianco per dare vita, prevalentemente, a motivi floreali, secondo una tecnica del rinascimento fiorentino, nota come "pietra dura".
Godiamoci ora questa bella animazione in 3D del Taj Mahal fatta dal canale YouTube framecoms.
La costruzione del mausoleo fu completata intorno al 1638–39, mentre gli edifici adiacenti furono terminati nel 1643 e i lavori di decorazione continuarono almeno fino al 1647. In totale, la costruzione del complesso di 17 ettari durò 22 anni. Tuttavia, poco alla volta il regno di Shah Jahn si avviò verso un impietoso declino. Nel 1658 l’imperatore fu deposto da uno dei figli che aveva avuto con la sua diletta moglie e successivamente imprigionato nel palazzo imperiale, il Red Fort. L’unico suo conforto restò la vista che poteva godere dalla finestra della propria prigione: il Taj Mahal. Morì nel 1666 all’età di 74 anni e fu seppellito accanto alla vera tomba della moglie collocata nei sotterranei del mausoleo.
In questo video, girato all’interno
del Red Fort, del Canale YouTube csgraju07, ci si può fare un’idea della vista del
Taj Mahal che il deposto imperatore poteva ammirare dalle finestre della sua
prigione.
Il Taj Mahal è un cenotafio, un monumento sepolcrale privo dei resti mortali della persona per la quale fu costruito. I due coniugi riposano indisturbati nei sotterranei al disotto della stanza centrale adibita a sepolcro in cui si trovano le due tombe vuote. Nei due secoli successivi alla morte dell’imperatore, con il declino del potere Mughal, il mausoleo restò in balia dell’abbandono e della rovina.
Sarà verso la fine del XIX secolo che il viceré britannico, Lord Curzon, diede avvio ad un imponente restauro del complesso. Mentre, durante la seconda guerra mondiale, ma ugualmente durante la guerra tra India e Pakistan (1965 – 1971), per preservare il monumento da possibili danneggiamenti, il Governo Indiano lo fece circondare da una imponente impalcatura.
Nel 1983 il Taj Mahal fu dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco. Video YouTube UNESCO
Infine, nel 1998, la Corte Suprema indiana ha emanato delle specifiche misure volte a preservare il biancore del marmo che riveste il mausoleo dalla minaccia dell’inquinamento atmosferico, imponendo la chiusura delle fabbriche presenti nelle vicinanze, vietando la costruzione di altre e spostando tutto il traffico veicolare ad una distanza ritenuta di sicurezza.
Il Taj Mahal, la perfezione del paradiso
Nessun commento:
Posta un commento