24 febbraio 2022

La Città Vecchia di Sana’a, perla dello Yemen

 

Nel cuore di Sana’a, capitale del martoriato stato dello Yemen, si trova La Città Vecchia, considerata una delle città abitate più antiche del mondo e dichiarata Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1986. Città fortificata, risalente a 2.500 anni fa, è circondata da una vasta cinta muraria, e costituita dai tipici palazzi yemeniti, case torri a cinque piani realizzate con mattoni di fango essiccato e dotate di caratteristiche finestre finemente decorate da stucchi bianchi. Centro di diffusione della fede islamica, durante il VII e VIII secolo, al suo interno si trovano circa 100 moschee e 14 hammam, che in un armonico paesaggio architettonico con le abitazioni e i numerosi mercati e giardini svelano la straordinaria qualità artistica da sempre prerogativa della creatività islamica. Ma fatto ancora più straordinario, all’interno della Città Vecchia di Sana’a si può camminare per un chilometro in qualsiasi direzione e non incontrare mai un edificio moderno. Un gioiello che cerca di resistere, insieme ai suoi abitanti, ad una guerra civile che si protrae dal 2014 e di cui difficilmente si parla. (Foto: Louis/flickr.com)

 Una storia millenaria



Una tradizione antica vuole fare risalire la fondazione di Sana’a ai tempi biblici. Il figlio maggiore di Noè, Sem, dopo avere vagato tra i deserti della penisola arabica trovò un luogo ospitale di alte montagne e valli fertili, lì fondò la sua città. Nel II sec. a.C. fu avamposto dei regni yemeniti, mentre dal I secolo d.C. divenne un importante centro commerciale. (Foto: Kate Nevens/flickr.com


I resti archeologici dell’epoca preislamica testimoniano l’importanza che ebbe l’influenza cristiana, soprattutto durante il regno di Giustiniano. Dal VII secolo d.C. divenne, invece, un importante centro di diffusione della fede islamica. La Grande Moschea di Sana'a è considerata come la prima moschea costruita fuori dalla Mecca, e, come tramandato dai primi storiografi, su diretta indicazione dello stesso profeta Maometto.  


Il senso di minaccia derivato dalle continue invasioni porterà gli yemeniti a strutturare le proprie case in forma di torre. Un caso unico tra le antiche abitazioni del nostro pianeta. Nel 1970 Pier Paolo Pasolini, che a Sana’a aveva girato alcune scene del suo film Il Decameron, affascinato dalle bellezze del luogo, produsse un breve documentario, Le mura di Sana'a, avente lo scopo di sensibilizzare l’UNESCO sull’importanza storico-culturale della città vecchia e sulla necessità di salvaguardare tale patrimonio. 


Una sensibilità, una intuizione e una passione che trasudano dall’intero documentario che vi propongo in questo Video YouTube del canale Bruno Esposito 




 Perfezione irreale


L’ingresso principale alla Citta Vecchia di Sana’a è ancora oggi la
porta Bal Al Yemen (la porta dello Yemen). Costruita nel XVII secolo dai Turchi, si trova all’estremità meridionale della vecchia cinta muraria. Oltrepassandola si manifesta così immediatamente al visitatore l’incredibile architettura yemenita, pressoché intatta e costituita dalle caratteristiche case torri alte fino a cinque piani. 


Queste costruzioni di mattoni rossi presentano dei raffinati decori merlati di stucco bianco sia alle finestre, composte da vetri colorati o da alabastro, che tra i piani dell’edificio. Tali case a forma di torre oltre ad avere assicurato agli abitanti maggiore protezione dalla frequenti incursioni a cui la città era soggetta, consentivano di sfruttare lo spazio in altezza e di utilizzare ampi spazi di terreno per la coltivazione di orti e giardini, da cui queste case spesso sono circondate. (Foto: Rod Waddington/flickr.com)


L’architettura yemenita prevede un preciso ordine tra i piani in relazione alla massima funzionalità abitativa e culturale. Al piano terra venivano collocate le stalle, mentre le stanze di ricevimento ufficiale si trovavano al primo piano. Il secondo piano era il quartiere delle donne e dei bambini, il terzo e quarto piano erano adibiti a cucina, camere da letto e bagni. L’ultimo piano, dotato di un ampia sala con vista, era di pertinenza maschile. In essa gli uomini si intrattenevano in lunghe conversazioni sorseggiando caffè e masticando le foglie di qat, un blando stimolante, ancora ampiamente usato. 




La Città Vecchia di Sana’a è famosa anche per ospitare al suo interno, tra stretti vicoli affollati e rumorosi, il più grande suq di tutta la penisola arabica: il Suq Al Milh. In verità si tratta di una serie di suq, circa una quarantina, ognuno specializzato in una particolare mercanzia. Spezie, datteri, caffè, tessuti, abiti, scarpe, gioielli e miriadi di prodotti tipici locali fanno bella mostra di sé tra bancarelle, piccole botteghe artigianali e negozi. 




Un universo colorato, rumoroso e dal caratteristico odore d’incenso dove è facile imbattersi in una delle sue 100 moschee, ammirare i minareti che svettano al cielo, godere della bellezza dei caravanserragli trasformati in residenze o centri commerciali di artigianato, ritemprarsi in uno dei suoi hammam, di origine molto antica. (Foto: Rod Waddington/flickr.com)


Tuttavia per lo Yemen non c’è pace né prosperità. La guerra civile che imperversa dal 2014 tiene le sue popolazioni in un perenne stato di indigenza e pericolo. La coalizione di Stati Arabi che combatte i ribelli Yemeniti Houthi, sostenuti dall’Iran, nel bombardare le installazioni governative di Sana’a, danneggia irrimediabilmente molti edifici del centro storico e miete molte vittime tra la popolazione civile.


Inoltre, la Città Vecchia di Sana’a nel 2020 è stata minacciata anche da piogge torrenziali che hanno causato il crollo di oltre 100 palazzi. Una situazione giudicata dalle Nazioni Unite come una delle più gravi crisi umanitarie del pianeta.

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